Come una bambina
corro
con le gambette corte
con il respiro affannato
con le mani sporche di cioccolata
Come una bambina
che insegue
una palla che sguscia via
che scivola nella strada
oltre il marciapiede
Come una bambina
afferro
questo giocattolo rotondo
e il sangue gocciola tra le dita
le arterie penzolano di fronte ai miei occhi
Come una bambina
che lancia
il più vitale tra gli organi
giù per le scale, inseguendolo
con piccoli strilli di ilarità
Come una bambina
raggiungo
questo cuore
e lo accarezzo forte, come farei con un gattino
e lo appiattisco sotto i piedi crogiolandomi in sorrisi,
incurante della delic
C'era una volta una giovane e bella ragazza,
le si avvicinò un uomo di paglia
e le diede un bacio sulla guancia
sfiorando appena l'angolo delle sue labbra.
Arrivò poi l'uomo di metallo
il quale le strinse la mano tranquillamente
e le restituì il dipinto che le aveva regalato.
Anche l'uomo d'acqua passò accanto a lei
e senza rivolgerle parola proseguì
scagliandole di sfuggita uno sguardo di ghiaccio.
Si avvicinò quindi alla ragazza
il Dio del vento che le sussurrò all'orecchio:
«ragazza mia, a quale dei tre credi?»
«all'uomo di paglia» disse lei.
«Perché?» chiese il Dio de
Noi siamo Idra, spaventosa creatura.
Venticinque le teste, una sola natura.
Ogni collo mozzato che poi ricresce.
Vien cresciuto dagl'altri e poi fuoriesce.
Ferite, dolori e amori nei nostri cuori.
Saran da noi serbati con altissimi onori.
Fratelli, sorelle, sia nobil che sciatti.
Traditori traditi avremo noi riscatti.
Uccisi dal drago e rinati nel fuoco.
Da lei correremo stringendoci un poco.
Serriamo le fila, a nostra signora giungiamo.
Battaglia darem finché a casa torniamo.
E dopo la pugna sì stanchi e feriti.
Del patto oggi stretto sarem mai pentiti.
Infine di gloria ed onore sentiremo l'afrore.
Siam Idra, il sempiterno dra
I - Paola
Mi ricordo sperduta
immobile,
l'orizzonte del mio sguardo sempre basso
sul suo ventre
che placido respirava,
sulle sue mani veloci,
repentine
indaffarate.
L'avanzare dei suoi passi
rimbalzanti sulle mattonelle,
era per me il suono della pace
era per me il suono della resa.
II - Erika
Era amara la sua bocca,
così come il suo sapore
le sue dita
la sua pelle.
Rinchiuse sotto un lenzuolo
lei dormiva,
mentre io sveglia assaporavo quei momenti
brevissimi istanti
di quiete,
i suoi capelli tra le mie dita
i suoi piedi tra le mie gambe
subito prima di rivestirmi
scendere le scale
chiudere il portone, amara
"E' troppo tempo che guardo il sole: mi ha fatto male"
Fabrizio De André
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Delle volte rimango
come un cane ramingo,
a fissare il Buio negli occhi;
con la gola stuprata dal fumo
e il cervello che sguazza e poi fugge,
s'invola,
tra i suoi cocci di sogni interrotti.
Se rimango troppo tempo a fissarlo
gli spunta sul viso un'espressiona penosa:
"Ma perché non ti ficchi tre dita nel cranio?
Dormi, che c'hai da guardare?
Chiudi 'sti occhi,
riposa."
"Di giorno non vedo un accidente!
E' tutto un vorticare di colori,
di facce che si sbracciano, cicalecciano, s'impicciano, sbrilluccicano
sul niente.
Un re
E' di un lucido sottile questo scheletro,
levigato a vostra immagine e somiglianza.
Ed è carne ossidata
la mia,
macchiata e smacchiata
come una parete di graffiti,
a solcare le intemperie dell'animo.
Come onde vanno e vengono,
i desideri.
Come sabbia sul viso mi scheggia,
la perfezione.
E mi modello
e mi modello ancora
cercando di trasformarmi nel vostro pane quotidiano.
Chiudendo gli occhi by Cammina-nei-sogni, literature
Literature
Chiudendo gli occhi
Note candide scivolano
sul volto stanco.
Cadono da guance arrese,
brillano e suonano secche.
Notte che sempre ascolti
lamenti vacui.
Luna che sempre guidi
i miei timidi passi.
Compagne sole del buio
di un sonno implorato.
La pace raggiunge
un cuore spasmodico
che non trova carezze
nè baci, nè culla.
Solo grida di fame
e una brezza leggera...
corri sulla spiaggia, inginocchiati
e senti la sabbia graffiare
la tua pelle liscia e tesa.
lascia l'acqua insinuarsi tra voi,
baciane la superficie
fragile,
ophelia, e lasciati travolgere
dalle onde dell'interno.
lascia che ti travolgano,
fatti spezzare il respiro,
cammina fiera verso l'acqua
più blu, più cupa, più profonda.
il tuo amante pensa ad altro,
anche se sei sempre in lui;
e tu continua a camminare
per sentire sempre il sapore forte
del sale
sulle tue labbra.
Avevi il mio cuore
Sulle tue labbra
...siamo rimasti così
...a danzare immobili
...per secoli
...di polvere e nuvole
finchè le hai aperte
Per soffiare o mangiarmi
Io non ricordo
E tu non lo sai
Poi ci siamo allontanati
Tu dritta per la tua strada
Io fermo ad un bar
Senza salutarci
Senza conoscerci
Ferendo mortale
Quello svincolo di fato
Che ci avrebbe fatto
Vivere assieme...
Bruciando
risalgo la china,
scuotendomi di dosso
polvere
e malvagia
miseria umana
di chi di me
ha fatto brandelli
e sangue.
Adesso brucio
di passione di vita,
accogliendo il coraggio
di chi di me
ha fatto nuova stella
nel firmamento.