«Dio è grande, immenso nella sua generosità. Egli ha sacrificato tutto per noi, perfino la vita stessa. Tutto questo per dei poveri mortali, semplici uomini che peccano ogni giorno, compiendo gesti abietti e bestemmiando il suo nome al cielo, per placare l'ira che li pervade. Egli è buono e giusto, perché non coglie tutto questo odio nei suoi confronti, ma lo assorbe trasformandolo in amore, che restituisce in varie forme. Non temete dunque, perché egli è al nostro fianco e ci aiuta nel lungo cammino della vita».
Con queste parole, Don Mario ha concluso la cerimonia di questa domenica.
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La tavola calda era affollata di gente fino a qualche ora fa. Lo so perché ho aspettato tutta la sera in attesa che succedesse qualcosa. Ho portato dietro un giornale, un libro, un blocco di appunti e il mio pc. La cameriera rossa ha continuato a versarmi caffè, facendomi sorrisi grandi come un palazzo, per tutta la mia permanenza. Io ho cercato di ignorarla, ma cavolo, è veramente bella, non di quel bello da attrice o da modella, finto e ritoccato, bella naturale nel modo che quando entra nella stanza la giornata va subito meglio.
So che si farà vedere, magari un minuto prima dell’orario di chiusura, magari
La bambina
Era tornata, la vedevo sull'altalena nel piccolo parco davanti all'ospedale.
La bimba sollevò il viso sentendo il mio sguardo su di se.
Mi sorrise, come al solito e io le sorrisi di rimando.
Chinai il capo alla sua muta domanda, lei scese dall'altalena e si avviò verso l'ospedale.
Sospirai e ripensai al sorriso della bambina, mi confortò e ripresi il corridoio.
Lavoravo come infermiera specializzata in un grande ospedale di città nel reparto oncologico malati terminali.
Avevo perso il conto di quante volte aveva visto quella bambina.
Era così bella, due occhi immensi e neri orlati da ciglia scure